Dallo stop di Sochi all’oro di Pyeongchang: il bellissimo film di Michela Moioli

06 Aprile 2020

“Quando nella vita si tocca il fondo poi si può solo risalire. È il miglior giorno della mia vita”. Sono state queste le prime parole di Michela Moioli il 16 febbraio del 2018 dopo aver superato il traguardo nella gara di snowboardcros di Pyeongchang, quella che le ha consegnato la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2018.
Un misto di gioia e commozione ha avvolto il viso dell’allora 22enne di Alzano Lombardo, la prima italiana nella disciplina ad essersi messa al collo l’alloro più importante nella manifestazione a cinque cerchi. Una soddisfazione unica e resa più grande anche dalla consapevolezza di aver sconfitto quel tarlo presente nella sua testa dai Giochi Olimpici di Sochi di quattro anni prima, dove un pesante infortunio al ginocchio aveva stoppato la sua progressione nella finalissima. Una delusione difficile da digerire, soprattutto perchè la medaglia di bronzo era praticamente in tasca. Da lì però è iniziata una lunga rinascita culminata con l’oro di Pyeongchang, una rinastica frutto di duro lavoro, carattere e determinazione, questi ultimi due fattori presenti nel dna di Michela da sempre.

Il pianto liberatorio all’arrivo dice tutto, e testimonia anche la tanta pressione presente sulla giovane atleta, arrivata ai nastri di partenza della rassegna come una delle candidate al trionfo finale. Una investitura non facile da gestire, ma Moioli è riuscita ugualmente a correre con la mente libera, evidenziando le qualità tipiche di una campionessa. Seconda nelle qualifiche, la tesserata dell’Esercito ha superato senza alcun patema i quarti di finale e la successiva semifinale, conquistando così il pass per la Big Final, dove al suo fianco c’era la leggenda americana Lindsey Jacobellis. Nell’atto decisivo, seppur con una partenza complicata, Michela ha saputo aspettare il momento giusto per sferrare l’attacco cruciale e mettersi così alle spalle tutte le rivali, giunte al traguardo con un distacco ragguardevole. Segno di una supremazia netta, con la francese Julia Pereira de Sousa Mabileau (argento) e la ceca ceca Eva Samkova (bronzo) uniche a cercare di tenerle testa. “Una bergamasca sul tetto del mondo”: il bellissimo film di Michela Moioli.

Dallo stop di Sochi all’oro di Pyeongchang: il bellissimo film di Michela Moioli

06 Aprile 2020

“Quando nella vita si tocca il fondo poi si può solo risalire. È il miglior giorno della mia vita”. Sono state queste le prime parole di Michela Moioli il 16 febbraio del 2018 dopo aver superato il traguardo nella gara di snowboardcros di Pyeongchang, quella che le ha consegnato la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2018.
Un misto di gioia e commozione ha avvolto il viso dell’allora 22enne di Alzano Lombardo, la prima italiana nella disciplina ad essersi messa al collo l’alloro più importante nella manifestazione a cinque cerchi. Una soddisfazione unica e resa più grande anche dalla consapevolezza di aver sconfitto quel tarlo presente nella sua testa dai Giochi Olimpici di Sochi di quattro anni prima, dove un pesante infortunio al ginocchio aveva stoppato la sua progressione nella finalissima. Una delusione difficile da digerire, soprattutto perchè la medaglia di bronzo era praticamente in tasca. Da lì però è iniziata una lunga rinascita culminata con l’oro di Pyeongchang, una rinastica frutto di duro lavoro, carattere e determinazione, questi ultimi due fattori presenti nel dna di Michela da sempre.

Il pianto liberatorio all’arrivo dice tutto, e testimonia anche la tanta pressione presente sulla giovane atleta, arrivata ai nastri di partenza della rassegna come una delle candidate al trionfo finale. Una investitura non facile da gestire, ma Moioli è riuscita ugualmente a correre con la mente libera, evidenziando le qualità tipiche di una campionessa. Seconda nelle qualifiche, la tesserata dell’Esercito ha superato senza alcun patema i quarti di finale e la successiva semifinale, conquistando così il pass per la Big Final, dove al suo fianco c’era la leggenda americana Lindsey Jacobellis. Nell’atto decisivo, seppur con una partenza complicata, Michela ha saputo aspettare il momento giusto per sferrare l’attacco cruciale e mettersi così alle spalle tutte le rivali, giunte al traguardo con un distacco ragguardevole. Segno di una supremazia netta, con la francese Julia Pereira de Sousa Mabileau (argento) e la ceca ceca Eva Samkova (bronzo) uniche a cercare di tenerle testa. “Una bergamasca sul tetto del mondo”: il bellissimo film di Michela Moioli.