Ghedina prova la discesa di Cortina: “Vi dico dove si può perdere”

20 Gennaio 2016

“Ormai sono un vecchietto”, sussurra Kristian Ghedina, ma per la pista Olympia delle Tofane e per il tracciato della discesa della Coppa del Mondo femminile in programma sabato alle ore 10.15, non poteva esserci “cavia” più esperta.
 
Il più grande discesista italiano di sempre (13 vittorie in Coppa di cui la prima il 3 febbraio 1990 proprio su questa pista) si è lanciato a capofitto ed ha pure “firmato” la sua discesa con una spaccata sull’ultimo salto prima del traguardo.
 
“E’ davvero bella e difficile – spiega Ghedina – preparata alla perfezione, il fondo è praticamente uniforme dalla partenza all’arrivo. Duro, compatto ma non ghiacciato. Dove si decide la gara? Vi dico dove la si può perdere. Ad esempio nel curvone subito dopo il via sotto il rifugio Pomedes in contropendenza: sei vai basso perdi un sacco. Poi c’è il primo salto, se tiri puoi atterrare a 50 metri. Quindi la diagonale dello Scarpadon, sotto la grande curva. C’è sempre velocità, perciò la chiave per fare un buon risultato è osare. Ma l’importante è che le ragazze rimangano costantemente concentrate, una distrazione ed è finita”. Domani alle 11 è in programma la prima prova cronometrata.

Ghedina prova la discesa di Cortina: “Vi dico dove si può perdere”

20 Gennaio 2016

“Ormai sono un vecchietto”, sussurra Kristian Ghedina, ma per la pista Olympia delle Tofane e per il tracciato della discesa della Coppa del Mondo femminile in programma sabato alle ore 10.15, non poteva esserci “cavia” più esperta.
 
Il più grande discesista italiano di sempre (13 vittorie in Coppa di cui la prima il 3 febbraio 1990 proprio su questa pista) si è lanciato a capofitto ed ha pure “firmato” la sua discesa con una spaccata sull’ultimo salto prima del traguardo.
 
“E’ davvero bella e difficile – spiega Ghedina – preparata alla perfezione, il fondo è praticamente uniforme dalla partenza all’arrivo. Duro, compatto ma non ghiacciato. Dove si decide la gara? Vi dico dove la si può perdere. Ad esempio nel curvone subito dopo il via sotto il rifugio Pomedes in contropendenza: sei vai basso perdi un sacco. Poi c’è il primo salto, se tiri puoi atterrare a 50 metri. Quindi la diagonale dello Scarpadon, sotto la grande curva. C’è sempre velocità, perciò la chiave per fare un buon risultato è osare. Ma l’importante è che le ragazze rimangano costantemente concentrate, una distrazione ed è finita”. Domani alle 11 è in programma la prima prova cronometrata.