Il mondo scopre Sofia Goggia nel supergigante delle polemiche: è quarta. Oro Maze, grave infortunio per Vonn

05 Febbraio 2013

L’Italia scopre Sofia Goggia in una delle giornate più difficili che il circuito dello sci ricordi in un Mondiale. Prima una coltre di nebbia ha costretto gli organizzatori a posticipare la partenza del supergigante di apertura per tredici volte e tre ore e mezza complessive, poi un malore di un lisciatore ha interrotto la gara per circa mezz’ora, infine la caduta rovinosa di Lindsey Vonn (per lei rottura del legamento crociato del ginocchio destro e frattura del piatto tibiale) e l’incombente oscurità hanno reso la gara un vero terno al lotto, su una neve diventata sempre più molle e insidiosa per l’incolumità delle partecipanti.

Quando l’ordine d’arrivo sembrava definito con Tina Maze sul gradino più alto del podio davanti alla svizzera Lara Gut e all’americana Julia Mancuso, è toccato alla ventenne bergamasca col pettorale 33 mettere paura alle tre campionesse, con una prova gagliarda e coraggiosa che per lunghi tratti l’ha tenuta in zona medaglia.

Una grattata di troppo all’inizio dell’ultimo tratto le è invece costato il minimo scarto di 5 centesimi che la relegano al quarto posto, ma il nostro movimento ha trovato un nuovo elemento su cui puntare per il futuro. Sofia è sta ta la scelta vincente del direttore tecnico Raimund Plancker, perchè non aveva i requisiti in termini di risultati per meritare direttamente la convocazione, tuttavia gli ottimi piazzamenti conseguiti in Coppa Europa (tre vittorie e sei podi complessivi) avevano convinto i tecnici a convocarla ugualmente e i risultati hanno dato ragione allo staff. Goggia cominciò a sciare fin da piccola sulle piste di Foppolo, spinta da mamma Giuliana, mentre papà Ezio si limita a fare il tifoso e il fratello Tommaso studia ingegneria biomedica. Nel corso della carriera ha subìto tre gravi infortuni alle ginocchia, l’ultimo nello scorso febbraio quando in Coppa Europa si frantumò il legamento crociato del ginocchio destro.

“Ho sentito lo speaker urlare, francamente non pensavo di essere andata tanto forte – ha detto alla fine Sofia -. Quest’anno ho fatto tanti quarti posti in Coppa Europa, direi che questo è ben diverso. Sono andata bene fino alla fine, poi pensavo che le ultime porte girassero un po’ di più, avrei potuto mollare maggiormente. Però alla mia prima gara iridata sono soddisfatta, pensare che ero già diretta verso l’albergo perchè pensavo che la corsa fosse annullata. Invece mi hanno fermato, ho mangiato uno strudel e mi sono rimessa in marcia. d’ora in poi farò semrpe così….Ho visto uscire tante campionesse davanti a me, così mi sono detta che non avrei avuto nulla da perdere e mi sono lanciata. In supergigante non avevo raccolto molto sinora, ero convinta che mi sarei giocata le migliori carte in discesa, vedremo cosa succederà”.

Un applauso va anche a Daniela Merighetti. La bresciana, sofferente alla schiena, ha tenuto duro ottenendo un bel settimo posto che eguaglia il suo miglior piazzamento in una rassegna iridata, mentre Elena Curtoni ha concluso diciottesima e Nadia Fanchini ventunesima. La gara è stata nuovamente interrotta e dichiarata ufficialmente conclusa dopo il pettorale 36 in una giornata che darà spazio a molte polemiche per le condizioni in cui hanno corso le atlete.

Ordine d’arrivo SG femminile Mondiali Schladming (Aut):
1. Tina Maze (Slo) 1.35.39
2. Lara Gut (Svi) +0.38
3. Julia Mancuso (Usa) +0.52
4. Sofia Goggia (Ita) +0.57
5. Fabienne Suter (Svi) +0.86
6. Ilka Stuhec (Slo) +0.89
7. Daniela Merighetti (Ita) +0.93
8. Viktoria Rebensburg (Ger) +0.94
9. Andrea Fischbacher (Aut) +1.01
10. Dominique Gisin (Svi) +1.18

18. Elena Curtoni (Ita) +1.73
21. Nadia Fanchini (Ita) +2.24

Il mondo scopre Sofia Goggia nel supergigante delle polemiche: è quarta. Oro Maze, grave infortunio per Vonn

05 Febbraio 2013

L’Italia scopre Sofia Goggia in una delle giornate più difficili che il circuito dello sci ricordi in un Mondiale. Prima una coltre di nebbia ha costretto gli organizzatori a posticipare la partenza del supergigante di apertura per tredici volte e tre ore e mezza complessive, poi un malore di un lisciatore ha interrotto la gara per circa mezz’ora, infine la caduta rovinosa di Lindsey Vonn (per lei rottura del legamento crociato del ginocchio destro e frattura del piatto tibiale) e l’incombente oscurità hanno reso la gara un vero terno al lotto, su una neve diventata sempre più molle e insidiosa per l’incolumità delle partecipanti.

Quando l’ordine d’arrivo sembrava definito con Tina Maze sul gradino più alto del podio davanti alla svizzera Lara Gut e all’americana Julia Mancuso, è toccato alla ventenne bergamasca col pettorale 33 mettere paura alle tre campionesse, con una prova gagliarda e coraggiosa che per lunghi tratti l’ha tenuta in zona medaglia.

Una grattata di troppo all’inizio dell’ultimo tratto le è invece costato il minimo scarto di 5 centesimi che la relegano al quarto posto, ma il nostro movimento ha trovato un nuovo elemento su cui puntare per il futuro. Sofia è sta ta la scelta vincente del direttore tecnico Raimund Plancker, perchè non aveva i requisiti in termini di risultati per meritare direttamente la convocazione, tuttavia gli ottimi piazzamenti conseguiti in Coppa Europa (tre vittorie e sei podi complessivi) avevano convinto i tecnici a convocarla ugualmente e i risultati hanno dato ragione allo staff. Goggia cominciò a sciare fin da piccola sulle piste di Foppolo, spinta da mamma Giuliana, mentre papà Ezio si limita a fare il tifoso e il fratello Tommaso studia ingegneria biomedica. Nel corso della carriera ha subìto tre gravi infortuni alle ginocchia, l’ultimo nello scorso febbraio quando in Coppa Europa si frantumò il legamento crociato del ginocchio destro.

“Ho sentito lo speaker urlare, francamente non pensavo di essere andata tanto forte – ha detto alla fine Sofia -. Quest’anno ho fatto tanti quarti posti in Coppa Europa, direi che questo è ben diverso. Sono andata bene fino alla fine, poi pensavo che le ultime porte girassero un po’ di più, avrei potuto mollare maggiormente. Però alla mia prima gara iridata sono soddisfatta, pensare che ero già diretta verso l’albergo perchè pensavo che la corsa fosse annullata. Invece mi hanno fermato, ho mangiato uno strudel e mi sono rimessa in marcia. d’ora in poi farò semrpe così….Ho visto uscire tante campionesse davanti a me, così mi sono detta che non avrei avuto nulla da perdere e mi sono lanciata. In supergigante non avevo raccolto molto sinora, ero convinta che mi sarei giocata le migliori carte in discesa, vedremo cosa succederà”.

Un applauso va anche a Daniela Merighetti. La bresciana, sofferente alla schiena, ha tenuto duro ottenendo un bel settimo posto che eguaglia il suo miglior piazzamento in una rassegna iridata, mentre Elena Curtoni ha concluso diciottesima e Nadia Fanchini ventunesima. La gara è stata nuovamente interrotta e dichiarata ufficialmente conclusa dopo il pettorale 36 in una giornata che darà spazio a molte polemiche per le condizioni in cui hanno corso le atlete.

Ordine d’arrivo SG femminile Mondiali Schladming (Aut):
1. Tina Maze (Slo) 1.35.39
2. Lara Gut (Svi) +0.38
3. Julia Mancuso (Usa) +0.52
4. Sofia Goggia (Ita) +0.57
5. Fabienne Suter (Svi) +0.86
6. Ilka Stuhec (Slo) +0.89
7. Daniela Merighetti (Ita) +0.93
8. Viktoria Rebensburg (Ger) +0.94
9. Andrea Fischbacher (Aut) +1.01
10. Dominique Gisin (Svi) +1.18

18. Elena Curtoni (Ita) +1.73
21. Nadia Fanchini (Ita) +2.24