Intervista al Presidente Roda: “Siamo ai Giochi per prendere medaglie”

07 Febbraio 2014

Presidente Roda, l’Olimpiade è cominciata con le prime prove e le prime qualificazioni, anche se la cerimonia d’apertura deve ancora avere luogo.
“L’Olimpiade è cominciata e con qualche segnale positivo per l’Italia, per ora dai discesisti. Peccato per l’infortunio a Daniela Merighetti, che però mi risulta non essere nulla di grave. Devo dire che la sistemazione nei Villaggi Olimpici non ha creato nessun problema, la sicurezza degli atleti è garantita al massimo, e gli alloggi sono comodi e confortevoli. Tutti sono a loro agio e possono concentrarsi sulle gare”.

Alla cerimonia d’inaugurazione prenderà parte il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Che significato ha per gli atleti?
“E’ un segnale molto importante. Sotto l’egida del Coni è l’Italia che viene in Russia a giocarsi delle medaglie olimpiche che passeranno alla storia. Indipendentemente dalle opinioni di ciascuno, che sono rispettabilissime, è importante che la delegazione italiana sia accompagnata dal proprio primo ministro. Significa che il nostro Governo è vicino allo sport, agli atleti. Questo Governo ci ha già dimostrato di essere a fianco degli sport invernali sostenendo la candidatura di Cortina ai Mondiali di sci alpino del 2019 e ora partecipando alla cerimonia d’apertura di questi Giochi. Credo sia un segnale importante, che dobbiamo valutare con grande favore”.

Presidente, all’Olimpiade l’obiettivo medaglie è fondamentale. In quale disciplna, a suo avviso, abbiamo maggiori possibilità?
“Ci sono discipline in cui siamo messi abbastanza bene. La squadra di sci alpino maschile ha possibilità di andare a medaglia in tutte le specialità e anche la squadra femminile può riservare positive sorprese. Nello snowboard abbiamo un team molto forte, sia nello snowboardcross che nell’alpino. Poi c’è lo slittino, disciplina che grazie ad un immenso Armin Zoeggeler è diventata importante e conosciuta a molti. Nel fondo qualche chance di medaglia l’abbiamo e sono sicuro che i ragazzi ce la metteranno tutta. Il biathlon potrebbe rivelarsi una grande sorpresa, è una disciplina nella quale abbiamo già dimostrato di poter anche vincere. La combinata nordica è in crescita ed è tornato il podio in Coppa del mondo, quindi possiamo giocare le nostre carte. Nel salto giochiamo le nostre possibilità soprattutto al femminile, e nel freestyle portiamo ben quattro atleti fra cui due nella nuova disciplina dello slopestyle. Nel bob e nello skeleton possiamo ben figurare grazie al gran lavoro fatto dalle squadre che hanno preparato al meglio possibile questa edizione dei Giochi”.

Si dice da qualche parte che i finanziamenti siano scarsi e che le squadre sono costrette a tirare la cinghia.
“Abbiamo fatto il massimo per dare tutto il possibile supporto alle squadre di alto livello e metterle nelle condizioni di arrivare a questo appuntamento potendosi giocare le medaglie. Certo, complessivamente, 15 milioni di euro dedicati all’attività sono ancora pochi, ma purtroppo non disponiamo di risorse infinite. Con l’aiuto del Coni e con il buonsenso dei nostri tecnici riusciamo ad utilizzare al meglio le risorse di cui disponiamo per gestire l’alto livello, ma sernza dimenticare i giovani, che rappresentano il futuro. Mi è capitato di sentire qualche critica sul settore giovanile: io dico che tutto è migliorabile, ma almeno ora c’è un indirizzo ben preciso, una linea guida molto chiara su come gestirli. In generale, comunque, vorrei chiarire una volta di più che la Fisi è forse l’unica federazione che si preoccupa di far crescere i propri atleti da quando sono ragazzini fino a che non si ritirano dall’attività: il tutto a proprie spese. E’ un’impegno enorme”.

L’Olimpiade è un punto d’arrivo, ma rappresenta anche il punto di partenza verso un nuovo quadriennio olimpico.
“Io credo che per il futuro bisognerà cercare di dare ancora più risorse agli atleti di alto livello ed avere anche il coraggio di investire in maniera importante sugli atleti che dimostrano concretamente di avere il potenziale per diventare campioni. Penso che sia una scelta obbligata per continuare a vincere in tempi di scarse risorse e credo che sarà il Coni stesso ad indirizzarci verso questa linea gestionale”.

Intervista al Presidente Roda: “Siamo ai Giochi per prendere medaglie”

07 Febbraio 2014

Presidente Roda, l’Olimpiade è cominciata con le prime prove e le prime qualificazioni, anche se la cerimonia d’apertura deve ancora avere luogo.
“L’Olimpiade è cominciata e con qualche segnale positivo per l’Italia, per ora dai discesisti. Peccato per l’infortunio a Daniela Merighetti, che però mi risulta non essere nulla di grave. Devo dire che la sistemazione nei Villaggi Olimpici non ha creato nessun problema, la sicurezza degli atleti è garantita al massimo, e gli alloggi sono comodi e confortevoli. Tutti sono a loro agio e possono concentrarsi sulle gare”.

Alla cerimonia d’inaugurazione prenderà parte il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Che significato ha per gli atleti?
“E’ un segnale molto importante. Sotto l’egida del Coni è l’Italia che viene in Russia a giocarsi delle medaglie olimpiche che passeranno alla storia. Indipendentemente dalle opinioni di ciascuno, che sono rispettabilissime, è importante che la delegazione italiana sia accompagnata dal proprio primo ministro. Significa che il nostro Governo è vicino allo sport, agli atleti. Questo Governo ci ha già dimostrato di essere a fianco degli sport invernali sostenendo la candidatura di Cortina ai Mondiali di sci alpino del 2019 e ora partecipando alla cerimonia d’apertura di questi Giochi. Credo sia un segnale importante, che dobbiamo valutare con grande favore”.

Presidente, all’Olimpiade l’obiettivo medaglie è fondamentale. In quale disciplna, a suo avviso, abbiamo maggiori possibilità?
“Ci sono discipline in cui siamo messi abbastanza bene. La squadra di sci alpino maschile ha possibilità di andare a medaglia in tutte le specialità e anche la squadra femminile può riservare positive sorprese. Nello snowboard abbiamo un team molto forte, sia nello snowboardcross che nell’alpino. Poi c’è lo slittino, disciplina che grazie ad un immenso Armin Zoeggeler è diventata importante e conosciuta a molti. Nel fondo qualche chance di medaglia l’abbiamo e sono sicuro che i ragazzi ce la metteranno tutta. Il biathlon potrebbe rivelarsi una grande sorpresa, è una disciplina nella quale abbiamo già dimostrato di poter anche vincere. La combinata nordica è in crescita ed è tornato il podio in Coppa del mondo, quindi possiamo giocare le nostre carte. Nel salto giochiamo le nostre possibilità soprattutto al femminile, e nel freestyle portiamo ben quattro atleti fra cui due nella nuova disciplina dello slopestyle. Nel bob e nello skeleton possiamo ben figurare grazie al gran lavoro fatto dalle squadre che hanno preparato al meglio possibile questa edizione dei Giochi”.

Si dice da qualche parte che i finanziamenti siano scarsi e che le squadre sono costrette a tirare la cinghia.
“Abbiamo fatto il massimo per dare tutto il possibile supporto alle squadre di alto livello e metterle nelle condizioni di arrivare a questo appuntamento potendosi giocare le medaglie. Certo, complessivamente, 15 milioni di euro dedicati all’attività sono ancora pochi, ma purtroppo non disponiamo di risorse infinite. Con l’aiuto del Coni e con il buonsenso dei nostri tecnici riusciamo ad utilizzare al meglio le risorse di cui disponiamo per gestire l’alto livello, ma sernza dimenticare i giovani, che rappresentano il futuro. Mi è capitato di sentire qualche critica sul settore giovanile: io dico che tutto è migliorabile, ma almeno ora c’è un indirizzo ben preciso, una linea guida molto chiara su come gestirli. In generale, comunque, vorrei chiarire una volta di più che la Fisi è forse l’unica federazione che si preoccupa di far crescere i propri atleti da quando sono ragazzini fino a che non si ritirano dall’attività: il tutto a proprie spese. E’ un’impegno enorme”.

L’Olimpiade è un punto d’arrivo, ma rappresenta anche il punto di partenza verso un nuovo quadriennio olimpico.
“Io credo che per il futuro bisognerà cercare di dare ancora più risorse agli atleti di alto livello ed avere anche il coraggio di investire in maniera importante sugli atleti che dimostrano concretamente di avere il potenziale per diventare campioni. Penso che sia una scelta obbligata per continuare a vincere in tempi di scarse risorse e credo che sarà il Coni stesso ad indirizzarci verso questa linea gestionale”.