La soddisfazione di Oioli: “Un risultato frutto dell’ottimo lavoro di squadra”

09 Novembre 2012

Un nono posto agguantato con grinta nella tappa inaugurale della stagione col sesto tempo realizzato nella terza e decisiva manche. Maurizio Oioli non poteva cominciare meglio la Coppa del mondo di skeleton, il tredicesimo posto di Cesana che risaliva addirittura al 2007 e rappresentava il suo miglior risultato fino a oggi è ormai un lontano ricordo. Adesso il 31enne rappresentante dell’Esercito ha raggiunto la piena maturità agonistica e punta a obiettivi ben diversi rispetto al passato.

“E’ dall’inizio della stagione che mi sento bene – spiega Oioli -, non mi aspettavo di entrare nei dieci ma sono andato veramente forte. Non credo ci sia nessun segreto particolare ma sia il risultato di una serie di fattori: l’esperienza in questo sport serve molto, inoltre il lavoro svolto in collaborazione con il settore Ricerca Scientifica della Federazione in collaborazione col Politecnico di Milano mi ha reso più competitivo. Anche la preparazione atletica è stata migliore rispetto al passato, mi ha aiutato a migliorare la spinta e poi ho guidato senza errori. Adesso andiamo a Park City, una pista meno tecnica di questa e più facile da guidare. La formula delle tre manches non mi piace, la gara deve essere fatta su due manches o su quattro come ai mondiali. Se poi dovesse servire per farmi arrivare semprein queste posizioni, allora ben venga…”.

Felice anche Dany Locati, il tecnico che ha accompagnato Oioli nella lunga trasferta nordamericana con Mirko Campus. “Maurizio è stato molto bravo perchè particolarmente costante lungo ogni manche, togliendo sempre qualche prezioso centesimo. Ha trovato il feeling ideale con la slitta, siamo sulla strada giusta”.

Chiude Omar Sacco, direttore tecnico dello skeleton: “Siamo molto contenti per questo risultato, sono tre anni che lavoriamo alacremente per arrivare alla top ten e ce l’abbiamo fatta. Stiamo crescendo, la collaborazione con il settore Ricerca Scientifica della Federazione ha dato i frutti sperati con alcune modifiche al telaio della slitta. Adesso continuiamo su questa strada, cercando di mantenere questa competitività anche nelle gare a venire”.

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La soddisfazione di Oioli: “Un risultato frutto dell’ottimo lavoro di squadra”

09 Novembre 2012

Un nono posto agguantato con grinta nella tappa inaugurale della stagione col sesto tempo realizzato nella terza e decisiva manche. Maurizio Oioli non poteva cominciare meglio la Coppa del mondo di skeleton, il tredicesimo posto di Cesana che risaliva addirittura al 2007 e rappresentava il suo miglior risultato fino a oggi è ormai un lontano ricordo. Adesso il 31enne rappresentante dell’Esercito ha raggiunto la piena maturità agonistica e punta a obiettivi ben diversi rispetto al passato.

“E’ dall’inizio della stagione che mi sento bene – spiega Oioli -, non mi aspettavo di entrare nei dieci ma sono andato veramente forte. Non credo ci sia nessun segreto particolare ma sia il risultato di una serie di fattori: l’esperienza in questo sport serve molto, inoltre il lavoro svolto in collaborazione con il settore Ricerca Scientifica della Federazione in collaborazione col Politecnico di Milano mi ha reso più competitivo. Anche la preparazione atletica è stata migliore rispetto al passato, mi ha aiutato a migliorare la spinta e poi ho guidato senza errori. Adesso andiamo a Park City, una pista meno tecnica di questa e più facile da guidare. La formula delle tre manches non mi piace, la gara deve essere fatta su due manches o su quattro come ai mondiali. Se poi dovesse servire per farmi arrivare semprein queste posizioni, allora ben venga…”.

Felice anche Dany Locati, il tecnico che ha accompagnato Oioli nella lunga trasferta nordamericana con Mirko Campus. “Maurizio è stato molto bravo perchè particolarmente costante lungo ogni manche, togliendo sempre qualche prezioso centesimo. Ha trovato il feeling ideale con la slitta, siamo sulla strada giusta”.

Chiude Omar Sacco, direttore tecnico dello skeleton: “Siamo molto contenti per questo risultato, sono tre anni che lavoriamo alacremente per arrivare alla top ten e ce l’abbiamo fatta. Stiamo crescendo, la collaborazione con il settore Ricerca Scientifica della Federazione ha dato i frutti sperati con alcune modifiche al telaio della slitta. Adesso continuiamo su questa strada, cercando di mantenere questa competitività anche nelle gare a venire”.

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