La volata della vita: Giorgio di Centa e l’indimenticabile oro di Torino 2006

15 Aprile 2020

“Non ci credo, adesso posso anche smettere di correre”. Sono state queste le parole pronunciate da Giorgio Di Centa all’arrivo della 50 km a tecnica libera di Torino 2006, la gara che lo ha fatto entrare nell’olimpo del fondo italiano grazie ad uno splendido oro. Oro che si era messo al collo anche qualche giorno prima nella staffetta condotta con Fulvio Valbusa, Pietro Piller Cottrer e Cristian Zorzi, ma questo trionfo ha un sapore del tutto particolare. La vittoria individuale, si sà, è sempre speciale, soprattutto se prima di te solo un uomo, Franco Nones, è riuscito a compiere una impresa così grandiosa in una Olimpiade. Il calore del pubblico di casa, la voglia di stupire e l’arrivo al cardiopalma hanno poi reso poi tutto ancora più bello. Basta rivedere le immagini per emozionarsi nuovamente: nove uomini in fuga a pochi chilometri dall’arrivo in una gara molto dispendiosa e tattica, e due azzurri nel gruppone di testa, Pietro Piller Cottrer e Giorgio Di Centa. Quest’ultimo non è il favorito ma ecco arrivare lo scatto nel rettilineo finale. Il campione di Tolmezzo crea un buco ed i rivali, sorpresi, provano subito a reagire. Ma nulla da fare: il campione di Tolmezzo aumenta ancora di più il ritmo ed il gruppo può solo restare a guardare.

Bruciato il russo Eugeni Dementiev, staccato di otto decimi, e l’austriaco Mikhail Botvinov, anche lui sul podio con il bronzo. Quinto invece Piller Cottrer, indietro di poco più di due secondi. Per l’allora 34enne carabiniere Di Centa, argento otto anni più tardi nella rassegna a cinque cerchi di Salt Lake City nella staffetta (con Fabio Maj al posto di Valbusa), anche la soddisfazione della premiazione durante la cerimonia di chiusura allo Stadio Olimpico di Torino, appositamente ristrutturato per il prestigioso evento.

La volata della vita: Giorgio di Centa e l’indimenticabile oro di Torino 2006

15 Aprile 2020

“Non ci credo, adesso posso anche smettere di correre”. Sono state queste le parole pronunciate da Giorgio Di Centa all’arrivo della 50 km a tecnica libera di Torino 2006, la gara che lo ha fatto entrare nell’olimpo del fondo italiano grazie ad uno splendido oro. Oro che si era messo al collo anche qualche giorno prima nella staffetta condotta con Fulvio Valbusa, Pietro Piller Cottrer e Cristian Zorzi, ma questo trionfo ha un sapore del tutto particolare. La vittoria individuale, si sà, è sempre speciale, soprattutto se prima di te solo un uomo, Franco Nones, è riuscito a compiere una impresa così grandiosa in una Olimpiade. Il calore del pubblico di casa, la voglia di stupire e l’arrivo al cardiopalma hanno poi reso poi tutto ancora più bello. Basta rivedere le immagini per emozionarsi nuovamente: nove uomini in fuga a pochi chilometri dall’arrivo in una gara molto dispendiosa e tattica, e due azzurri nel gruppone di testa, Pietro Piller Cottrer e Giorgio Di Centa. Quest’ultimo non è il favorito ma ecco arrivare lo scatto nel rettilineo finale. Il campione di Tolmezzo crea un buco ed i rivali, sorpresi, provano subito a reagire. Ma nulla da fare: il campione di Tolmezzo aumenta ancora di più il ritmo ed il gruppo può solo restare a guardare.

Bruciato il russo Eugeni Dementiev, staccato di otto decimi, e l’austriaco Mikhail Botvinov, anche lui sul podio con il bronzo. Quinto invece Piller Cottrer, indietro di poco più di due secondi. Per l’allora 34enne carabiniere Di Centa, argento otto anni più tardi nella rassegna a cinque cerchi di Salt Lake City nella staffetta (con Fabio Maj al posto di Valbusa), anche la soddisfazione della premiazione durante la cerimonia di chiusura allo Stadio Olimpico di Torino, appositamente ristrutturato per il prestigioso evento.