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Papà Thaler: “Ho ancora tanta fame e so di poter far bene”
“Ho ancora tanta fame e anche se ho quasi 36 anni mi sento fisicamente bene eposso fare ancora tante cose buone”, Patrick Thaler ha cercato questo podio con la voglia e la convinzione che gli derivano da una stagione in cui, a parte l’11/o posto di Bormio, è sempre rimasto fra i primi sei in classifica.
“Ora dovrei essere entrato fra i primi sette della starting list e questo è molto importante sia per lo slalom di Schladming, a cui tengo moltissimo, sia per le Olimpiadi. E’ importante pensare gara per gara e arrivare sempre al meglio”.
“Quando si sta bene e tutto gira per il verso giusto tutti sono battibili”, prosegue Thaler, “il fatto che io sia sul podio con un ragazzo di 19 anni (Kristoffersen) ne è la dimostrazione”.
“C’è stato un momento in cui ero veramente in difficoltà. Due anni fa soffrivo di un’infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio sinistro e mi sarei dovuto far operare. Farsi operare però significava perdere una stagione intera e io ho voluto provare in altro modo. Sono andato a trovare il dottor Mueller-Wohlfahrt a Monaco e piano piano la mia condizione fisica è migliorata. Ora mi sento bene e ho acquisito grande sicurezza: posso dire che questa è la miglior stagione della mia carriera”.
Sul podio di Kitz, con Patrick c’è il figlio Leon, 2 anni ad aprile, che stringe la mano al vincitore Felix Neureuther e fa scoppiare un grandissimo applauso del pubblico. “Con Evi, la mamma, ci conosciamo dal ’98, ci siamo sposati nel 2011, poi è arrivato Leon. E’ una situazione perfetta”.
“D’estate mi piace giocare a beach volley, che è anche uno dei pochi modi che ho per allenarmi visto che il mio ginocchio mi fa sempre un po’ soffrire”
“La dedica va ai miei genitori che mi hanno sempre aiutato fin da quando ero bambino. Mio padre ha un’azienda per la produzione del pino mugo e credo che il giorno in cui smetterò di sciare proseguirò nell’attività di famiglia. ma quel giorno è ancora lontano”.
Papà Thaler: “Ho ancora tanta fame e so di poter far bene”
“Ho ancora tanta fame e anche se ho quasi 36 anni mi sento fisicamente bene eposso fare ancora tante cose buone”, Patrick Thaler ha cercato questo podio con la voglia e la convinzione che gli derivano da una stagione in cui, a parte l’11/o posto di Bormio, è sempre rimasto fra i primi sei in classifica.
“Ora dovrei essere entrato fra i primi sette della starting list e questo è molto importante sia per lo slalom di Schladming, a cui tengo moltissimo, sia per le Olimpiadi. E’ importante pensare gara per gara e arrivare sempre al meglio”.
“Quando si sta bene e tutto gira per il verso giusto tutti sono battibili”, prosegue Thaler, “il fatto che io sia sul podio con un ragazzo di 19 anni (Kristoffersen) ne è la dimostrazione”.
“C’è stato un momento in cui ero veramente in difficoltà. Due anni fa soffrivo di un’infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio sinistro e mi sarei dovuto far operare. Farsi operare però significava perdere una stagione intera e io ho voluto provare in altro modo. Sono andato a trovare il dottor Mueller-Wohlfahrt a Monaco e piano piano la mia condizione fisica è migliorata. Ora mi sento bene e ho acquisito grande sicurezza: posso dire che questa è la miglior stagione della mia carriera”.
Sul podio di Kitz, con Patrick c’è il figlio Leon, 2 anni ad aprile, che stringe la mano al vincitore Felix Neureuther e fa scoppiare un grandissimo applauso del pubblico. “Con Evi, la mamma, ci conosciamo dal ’98, ci siamo sposati nel 2011, poi è arrivato Leon. E’ una situazione perfetta”.
“D’estate mi piace giocare a beach volley, che è anche uno dei pochi modi che ho per allenarmi visto che il mio ginocchio mi fa sempre un po’ soffrire”
“La dedica va ai miei genitori che mi hanno sempre aiutato fin da quando ero bambino. Mio padre ha un’azienda per la produzione del pino mugo e credo che il giorno in cui smetterò di sciare proseguirò nell’attività di famiglia. ma quel giorno è ancora lontano”.