Pellegrino: “Ho sentito la pressione, ma è stata un’emozione bellissima vincere davanti a tanta gente”. De Fabiani: “Il pubblico ha fatto la differenza”

16 Febbraio 2019

Le dichiarazioni di Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani dopo la doppietta nella sprint in tecnica libera di Cogne. 

FEDERICO PELLEGRINO

“Esco da questa gara come sempre con tanta consapevolezza. Questa gara tra l’altro era una gara ancora di allenamento, tra virgolette, in funzione del Mondiale. Avevo bisogno di vincere perché significava essere pronto da tutti i punti di vista, fisico e tattico. Come dicevo in questi giorni, avevo bisogno di tutta quest’energia da parte dei tifosi, lo sci di fondo in Val d’Aosta e in Italia ha ancora il suo appeal, ne abbiamo avuto una dimostrazione e penso che la Fis faccia un errore se non prende la la linea di farci gareggiare sempre di più in località dove c’è tanta gente a bordo pista a tifare per i suoi beniamini. Sicuramente mi auguro che tutto il lavoro fatto per mettere in piedi questa gara, nonostante le vicissitudini di cui si è parlato per tanti mesi, sia replicabile in futuro, regalare altre giornate così ai valdostani e a noi atleti può essere una gran cosa”.

“È stato complicato. In questo format di gara in questi anni ho vinto tanto, in questa stagione sono arrivato tante volte secondo dietro a Klaebo che oggi non c’era più che altro per paura della quota. Noi abbiamo sfidato la quota e io ho sfidato un po’ anche me stesso perché sapevo che questa era una gara da vincere ed effettivamente un po’ di pressione l’ho sentita. La notte sono uno che dorme tranquillamente senza problemi, invece due sere fa non ho dormito tanto bene proprio perché mi immaginavo questa cosa. Poi il mattino ti svegli e vedi già pieno di gente che ti aspetta alle 8.30, ma ora che la gara è finita è un’emozione bellissima”

“In finale c’erano due outsider, uno è De Fabiani, anche se io lo conosco bene e so che più si va avanti con i turni, più va forte, e l’altro era lo svedese. Con gli altri, invece, mi sono sempre battuto in questi anni. La mia idea è stata partire, portarmi avanti e aspettare che qualcuno attaccasse, o altrimenti attaccare io. Se non fosse partito nessuno in salita, avrei attaccato io in discesa solo di gambe rischiando qualcosa dal punto di vista della scia, ma per come era impostato il tracciato e ipotizzando il boato dello stadio, pensavo che questa fosse la tattica giusta. Invece De Fabiani è scattato, mi si è sfilato il bastone, ma ho pensato che la gara non fosse finita, perché chi arrivava dalla seconda semifinale era già staccato e io ho solo cercato di arrivare il più in fretta possibile di arrivare dal tecnico che era pronto con il bastone di riserva. Quando l’ho infilato nella mano e ho sentito che era della mia stessa altezza, cosa non sempre scontato, mi sono detto ‘Calma, c’è ancora abbastanza tempo, andiamo a vincere questa gara’…”

FRANCESCO DE FABIANI

“Non ero così teso, ero tranquillo, era una gara di Coppa del mondo come le altre. Più che altro c’è stato il vantaggio di avere tutto il tifo per te, anche in qualifica ha fatto la differenza, e man mano che si andava avanti sempre di più. È grande merito di tutto il pubblico se sono riuscito a ottenere il mio primo podio in una sprint proprio in casa. È una cosa strana che non mi aspettavo minimamente, però bella”

“La qualifica è sempre uno scoglio duro, non è scontato per me. Mi sono sempre qualificato quest’anno, ma proprio a Lahti, prima di questa tappa, non c’ero riuscito, forse per i problemi nel viaggio d’andata. Poi quest’anno non avevo mai superato i quarti, non mi sarei aspettato di arrivare in finale, ma ci tenevo e sono contento di aver regalato al pubblico una bella emozione. Non ho patito la tensione perché io non avevo aspettative. Speravo di fare bene, ho fatto del mio meglio ed è andato tutto bene. Sembrava di essere lungo il percorso della 50 chilometri di Oslo, la cosa particolare è che non sempre c’è così tanta gente, è bellissimo sapere che in Val d’Aosta siamo così seguiti e ripagarli tutti con una doppietta così è fantastico, neppure se l’avessimo scritta sarebbe venuta così bene”.

“Per me la finale era una cosa un po’ nuova, non ero mai arrivato in finale in Coppa del mondo, c’ero andato vicino l’anno scorso a Falun. Una cosa che è servita molto a noi italiani è aver corso su questa stessa pista due settimane fa (per i campionati italiani, n.d.r.), più o meno avevo già capito cosa succedeva in gara e dove dovevo attaccare, non potevo permettermi di aspettare l’ultima salita. Avevo visto che Pellegrino andava fortissimo in quel tratto e probabilmente sarebbe andato fortissimo anche Chanavat, così ci ho provato in prima, poi sapevo anche che gli altri che arrivavano dall’altra semifinale avevano quei dieci minuti in meno di recupero che in quota fanno la differenza. Mi sentivo bene, non ci ho pensato su due volte e sono partito”.

Pellegrino: “Ho sentito la pressione, ma è stata un’emozione bellissima vincere davanti a tanta gente”. De Fabiani: “Il pubblico ha fatto la differenza”

16 Febbraio 2019

Le dichiarazioni di Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani dopo la doppietta nella sprint in tecnica libera di Cogne. 

FEDERICO PELLEGRINO

“Esco da questa gara come sempre con tanta consapevolezza. Questa gara tra l’altro era una gara ancora di allenamento, tra virgolette, in funzione del Mondiale. Avevo bisogno di vincere perché significava essere pronto da tutti i punti di vista, fisico e tattico. Come dicevo in questi giorni, avevo bisogno di tutta quest’energia da parte dei tifosi, lo sci di fondo in Val d’Aosta e in Italia ha ancora il suo appeal, ne abbiamo avuto una dimostrazione e penso che la Fis faccia un errore se non prende la la linea di farci gareggiare sempre di più in località dove c’è tanta gente a bordo pista a tifare per i suoi beniamini. Sicuramente mi auguro che tutto il lavoro fatto per mettere in piedi questa gara, nonostante le vicissitudini di cui si è parlato per tanti mesi, sia replicabile in futuro, regalare altre giornate così ai valdostani e a noi atleti può essere una gran cosa”.

“È stato complicato. In questo format di gara in questi anni ho vinto tanto, in questa stagione sono arrivato tante volte secondo dietro a Klaebo che oggi non c’era più che altro per paura della quota. Noi abbiamo sfidato la quota e io ho sfidato un po’ anche me stesso perché sapevo che questa era una gara da vincere ed effettivamente un po’ di pressione l’ho sentita. La notte sono uno che dorme tranquillamente senza problemi, invece due sere fa non ho dormito tanto bene proprio perché mi immaginavo questa cosa. Poi il mattino ti svegli e vedi già pieno di gente che ti aspetta alle 8.30, ma ora che la gara è finita è un’emozione bellissima”

“In finale c’erano due outsider, uno è De Fabiani, anche se io lo conosco bene e so che più si va avanti con i turni, più va forte, e l’altro era lo svedese. Con gli altri, invece, mi sono sempre battuto in questi anni. La mia idea è stata partire, portarmi avanti e aspettare che qualcuno attaccasse, o altrimenti attaccare io. Se non fosse partito nessuno in salita, avrei attaccato io in discesa solo di gambe rischiando qualcosa dal punto di vista della scia, ma per come era impostato il tracciato e ipotizzando il boato dello stadio, pensavo che questa fosse la tattica giusta. Invece De Fabiani è scattato, mi si è sfilato il bastone, ma ho pensato che la gara non fosse finita, perché chi arrivava dalla seconda semifinale era già staccato e io ho solo cercato di arrivare il più in fretta possibile di arrivare dal tecnico che era pronto con il bastone di riserva. Quando l’ho infilato nella mano e ho sentito che era della mia stessa altezza, cosa non sempre scontato, mi sono detto ‘Calma, c’è ancora abbastanza tempo, andiamo a vincere questa gara’…”

FRANCESCO DE FABIANI

“Non ero così teso, ero tranquillo, era una gara di Coppa del mondo come le altre. Più che altro c’è stato il vantaggio di avere tutto il tifo per te, anche in qualifica ha fatto la differenza, e man mano che si andava avanti sempre di più. È grande merito di tutto il pubblico se sono riuscito a ottenere il mio primo podio in una sprint proprio in casa. È una cosa strana che non mi aspettavo minimamente, però bella”

“La qualifica è sempre uno scoglio duro, non è scontato per me. Mi sono sempre qualificato quest’anno, ma proprio a Lahti, prima di questa tappa, non c’ero riuscito, forse per i problemi nel viaggio d’andata. Poi quest’anno non avevo mai superato i quarti, non mi sarei aspettato di arrivare in finale, ma ci tenevo e sono contento di aver regalato al pubblico una bella emozione. Non ho patito la tensione perché io non avevo aspettative. Speravo di fare bene, ho fatto del mio meglio ed è andato tutto bene. Sembrava di essere lungo il percorso della 50 chilometri di Oslo, la cosa particolare è che non sempre c’è così tanta gente, è bellissimo sapere che in Val d’Aosta siamo così seguiti e ripagarli tutti con una doppietta così è fantastico, neppure se l’avessimo scritta sarebbe venuta così bene”.

“Per me la finale era una cosa un po’ nuova, non ero mai arrivato in finale in Coppa del mondo, c’ero andato vicino l’anno scorso a Falun. Una cosa che è servita molto a noi italiani è aver corso su questa stessa pista due settimane fa (per i campionati italiani, n.d.r.), più o meno avevo già capito cosa succedeva in gara e dove dovevo attaccare, non potevo permettermi di aspettare l’ultima salita. Avevo visto che Pellegrino andava fortissimo in quel tratto e probabilmente sarebbe andato fortissimo anche Chanavat, così ci ho provato in prima, poi sapevo anche che gli altri che arrivavano dall’altra semifinale avevano quei dieci minuti in meno di recupero che in quota fanno la differenza. Mi sentivo bene, non ci ho pensato su due volte e sono partito”.