Johanna Schnarf dà l’addio alle gare: “15 anni che mi hanno regalato emozioni meravigliose”

02 Aprile 2020

Quindici stagioni di altissimo livello in Coppa del mondo e una carriera nella quale ha raccolto risultati ben al di sotto di quanto avrebbe meritato. Johanna Schnarf ha deciso di ritirarsi dall’attività agonistica, dopo il terzo serio infortunio della sua vita sportiva rimediato a Copper Mountain nel novembre 2018 (frattura scomposta di tibia e perone alla gamba sinistra), che ha lasciato il segno nel fisico e nella testa della 35enne finanziera di Valdaora (Bz). Gli altri due (legamento crociato e menisco del ginocchio sinistro nel 2006 e legamento crociato e menisco del ginocchio destro nel 2012 in un momento in cui andava veramente forte), per quanto dolorosi, furono comunque utili al suo percorso di crescita.

“Ricordo come se fosse oggi la prima convocazione in Nazionale – spiega Johanna -. Si trattava della trasferta in Nordamerica di Lake Louise e facevo ancora parte della squadra B. Il supergigante non fu un granchè, uscii dopo il primo salto, ma fu un’esperienza importante che mi servì per cominciare a capire come funzionava il mondo del professionismo, accanto a campionesse come Isolde Kostner e Daniela Ceccarelli. Quella fu una stagione un po’ difficile perchè mi dividevo fra Coppa del mondo e Coppa Europa. Cosa mi mancherà di questo mondo? L’adrenalina, la tensione del pregara, forse un po’ meno mi mancherà il sacrificio per rimanere al vertice. E poi quanti ricordi con le mia compagne di squadre, ho vissuto per quindici anni in una seconda famiglia come lo è stata la Federazione a cui devo tanto”.
    
La migliore annata di Johanna è datata 2017/18, conclusa al ventesimo posto nella classifica generale, con buoni piazzamenti in supergigate (dove si piazzò ottava nella graduatoria di supergigante, mentre fu sesta in discesa nel 2017 e settima in combinata nel 2016. E’ salita due volte sul podio di coppa (seconda nel supergigante di Cortina del 2018 e seconda nella discesa di Crans Montana del 2010 a un centesimo dalla vittoria), partecipando a cinque Mondiali (un sesto posto nella supercombinata di Val d’Isère nel 2009 come migliore piazzamento) e a due Olimpiadi, con il quarto posto nel supergigante di Whistler del 2014 in cui ha fallito il bronzo per appena 11 centesimi e quinta nel supergigante di PyeongChang.   

“Il rimpianto più grande della mia vita sportiva è stato quello di arrivare tante volte vicino al risultatone, mi è mancata la zampata per lasciare definitivamente il segno. Però ho vissuto tante belle giornate. Alle Olimpiadi di Vancouver, ad esempio, il quarto posto in supergigante a pochi centesimi dalla Vonn non mi ha deluso più di tanto, perchè arrivavo da una stagione senza risultati di livello, ma nell’occasione più importante ho tirato fuori ciò che avevo. Ricorderò sempre il podio di Cortina, soprattutto a livello emotivo, perchè ero sulla mia pista favorita. L’episodio più deludente? Nel 2006, quando mi qualificai all’ultima gara per le Olimpiadi di Torino, quando mi infortunai al ginocchio sinistro, prchè arrivò nel momento in cui andavo veramente forte. Il futuro? Rimango a disposizione delle Fiamme Gialle, mi dedicherò maggiormente alla famiglia, dopo tutti questi anni passati in giro”.

Johanna Schnarf dà l’addio alle gare: “15 anni che mi hanno regalato emozioni meravigliose”

02 Aprile 2020

Quindici stagioni di altissimo livello in Coppa del mondo e una carriera nella quale ha raccolto risultati ben al di sotto di quanto avrebbe meritato. Johanna Schnarf ha deciso di ritirarsi dall’attività agonistica, dopo il terzo serio infortunio della sua vita sportiva rimediato a Copper Mountain nel novembre 2018 (frattura scomposta di tibia e perone alla gamba sinistra), che ha lasciato il segno nel fisico e nella testa della 35enne finanziera di Valdaora (Bz). Gli altri due (legamento crociato e menisco del ginocchio sinistro nel 2006 e legamento crociato e menisco del ginocchio destro nel 2012 in un momento in cui andava veramente forte), per quanto dolorosi, furono comunque utili al suo percorso di crescita.

“Ricordo come se fosse oggi la prima convocazione in Nazionale – spiega Johanna -. Si trattava della trasferta in Nordamerica di Lake Louise e facevo ancora parte della squadra B. Il supergigante non fu un granchè, uscii dopo il primo salto, ma fu un’esperienza importante che mi servì per cominciare a capire come funzionava il mondo del professionismo, accanto a campionesse come Isolde Kostner e Daniela Ceccarelli. Quella fu una stagione un po’ difficile perchè mi dividevo fra Coppa del mondo e Coppa Europa. Cosa mi mancherà di questo mondo? L’adrenalina, la tensione del pregara, forse un po’ meno mi mancherà il sacrificio per rimanere al vertice. E poi quanti ricordi con le mia compagne di squadre, ho vissuto per quindici anni in una seconda famiglia come lo è stata la Federazione a cui devo tanto”.
    
La migliore annata di Johanna è datata 2017/18, conclusa al ventesimo posto nella classifica generale, con buoni piazzamenti in supergigate (dove si piazzò ottava nella graduatoria di supergigante, mentre fu sesta in discesa nel 2017 e settima in combinata nel 2016. E’ salita due volte sul podio di coppa (seconda nel supergigante di Cortina del 2018 e seconda nella discesa di Crans Montana del 2010 a un centesimo dalla vittoria), partecipando a cinque Mondiali (un sesto posto nella supercombinata di Val d’Isère nel 2009 come migliore piazzamento) e a due Olimpiadi, con il quarto posto nel supergigante di Whistler del 2014 in cui ha fallito il bronzo per appena 11 centesimi e quinta nel supergigante di PyeongChang.   

“Il rimpianto più grande della mia vita sportiva è stato quello di arrivare tante volte vicino al risultatone, mi è mancata la zampata per lasciare definitivamente il segno. Però ho vissuto tante belle giornate. Alle Olimpiadi di Vancouver, ad esempio, il quarto posto in supergigante a pochi centesimi dalla Vonn non mi ha deluso più di tanto, perchè arrivavo da una stagione senza risultati di livello, ma nell’occasione più importante ho tirato fuori ciò che avevo. Ricorderò sempre il podio di Cortina, soprattutto a livello emotivo, perchè ero sulla mia pista favorita. L’episodio più deludente? Nel 2006, quando mi qualificai all’ultima gara per le Olimpiadi di Torino, quando mi infortunai al ginocchio sinistro, prchè arrivò nel momento in cui andavo veramente forte. Il futuro? Rimango a disposizione delle Fiamme Gialle, mi dedicherò maggiormente alla famiglia, dopo tutti questi anni passati in giro”.