Il post-gara con Alberto Senigagliesi, tecnico dell’Italjet: “Pista e neve su cui possiamo far bene”

05 Febbraio 2015

Il post-gara è sempre fatto di analisi, dello studio di cosa ha funzionato e di cosa non ha funzionato, di analisi video. Al Pines Lodge di Beaver Creek il “cantiere Italia” lavora fino a tarda ora. Gli azzurri, dopo il superG dei Mondiali, si ristudiano e si confrontano con lo staff tecnico.

La condizione della neve non è certo tutto in una gara di sci alpino, ma è il terreno di gioco. Le cui condizioni contano. “Sulla Bird’s of Prey – spiega Alberto Senigagliesi, ex azzurro e ora parte dello staff degli uomini-jet – ci sono tratti con neve compatta con molto grip, altri tratti con neve compatta ma morbida dove lo sci entra molto nel fondo e allora bisogna lavorare molto più in avanzamento, con sci piatti, meno lateralmente con lo spigolo”.

“Ad esempio, uno come Innerhofer ha bisogno di sentire la neve sotto lo sci, se sente la risposta del ghiaccio è in grado di fare cose incredibili. Lui però lavora molto di spigolo e riesce a esprimere grande velocità quando è duro. A mio avviso – prosegue Senigagliesi – non è che non sia capace di fare lo stesso su neve compatta, solo che mentalmente non si sente così forte. Lo stesso vale anche per Marsaglia che se non trova le condizioni di pista dura non riesce ad esprimersi al meglio. Heel e Paris, invece, sono più adattabili anche alle nevi molli. Oggi Paris però ha sbagliato le prime due porte ed è andato un po’ nel pallone cercando di recuperare. Invece, ha accumulato una serie di incertezze che gli hanno fatto perdere tempo”.

“La squadra, durante la preparazione, differenzia le situazioni: lavoriamo in tutte le condizioni di neve; in più bisogna tenere conto che è più probabile ormai trovare condizioni di neve come queste che stiamo trovando a Beaver Creek che di piste dure. Ghiacciare una discesa è un lavoro impossibile e il clima ormai è cambiato. Lo sappiamo e per questo negli ultimi anni si è lavorato su nevi molli o più facili. I risultati si sono visti perché mediamente siamo andati più forte anche in condizioni non ghiacciate”.

“Io credo che per la discesa la neve cambierà ancora – prosegue Senigagliesi -, credo che potrà diventare più lucida perché ha molta acqua dentro e con i continui passaggi si liscerà. Credo che per sabato possa presentarsi una pista su cui si può far bene. Io credo che molto stia nell’atteggiamento mentale con cui gli atleti affrontano la pista. Tutti partono per far bene e nessuno deve pensare di partire già battuto. Forse oggi abbiamo sopravvalutato le difficoltà: tutto sommato non era così difficile la pista e la neve non era così molle. Sono convinto che se i nostri potessero tornare in partenza attaccherebbero con un’altra testa. E credo che la gara di oggi possa servire da stimolo per far bene sabato”.

Il post-gara con Alberto Senigagliesi, tecnico dell’Italjet: “Pista e neve su cui possiamo far bene”

05 Febbraio 2015

Il post-gara è sempre fatto di analisi, dello studio di cosa ha funzionato e di cosa non ha funzionato, di analisi video. Al Pines Lodge di Beaver Creek il “cantiere Italia” lavora fino a tarda ora. Gli azzurri, dopo il superG dei Mondiali, si ristudiano e si confrontano con lo staff tecnico.

La condizione della neve non è certo tutto in una gara di sci alpino, ma è il terreno di gioco. Le cui condizioni contano. “Sulla Bird’s of Prey – spiega Alberto Senigagliesi, ex azzurro e ora parte dello staff degli uomini-jet – ci sono tratti con neve compatta con molto grip, altri tratti con neve compatta ma morbida dove lo sci entra molto nel fondo e allora bisogna lavorare molto più in avanzamento, con sci piatti, meno lateralmente con lo spigolo”.

“Ad esempio, uno come Innerhofer ha bisogno di sentire la neve sotto lo sci, se sente la risposta del ghiaccio è in grado di fare cose incredibili. Lui però lavora molto di spigolo e riesce a esprimere grande velocità quando è duro. A mio avviso – prosegue Senigagliesi – non è che non sia capace di fare lo stesso su neve compatta, solo che mentalmente non si sente così forte. Lo stesso vale anche per Marsaglia che se non trova le condizioni di pista dura non riesce ad esprimersi al meglio. Heel e Paris, invece, sono più adattabili anche alle nevi molli. Oggi Paris però ha sbagliato le prime due porte ed è andato un po’ nel pallone cercando di recuperare. Invece, ha accumulato una serie di incertezze che gli hanno fatto perdere tempo”.

“La squadra, durante la preparazione, differenzia le situazioni: lavoriamo in tutte le condizioni di neve; in più bisogna tenere conto che è più probabile ormai trovare condizioni di neve come queste che stiamo trovando a Beaver Creek che di piste dure. Ghiacciare una discesa è un lavoro impossibile e il clima ormai è cambiato. Lo sappiamo e per questo negli ultimi anni si è lavorato su nevi molli o più facili. I risultati si sono visti perché mediamente siamo andati più forte anche in condizioni non ghiacciate”.

“Io credo che per la discesa la neve cambierà ancora – prosegue Senigagliesi -, credo che potrà diventare più lucida perché ha molta acqua dentro e con i continui passaggi si liscerà. Credo che per sabato possa presentarsi una pista su cui si può far bene. Io credo che molto stia nell’atteggiamento mentale con cui gli atleti affrontano la pista. Tutti partono per far bene e nessuno deve pensare di partire già battuto. Forse oggi abbiamo sopravvalutato le difficoltà: tutto sommato non era così difficile la pista e la neve non era così molle. Sono convinto che se i nostri potessero tornare in partenza attaccherebbero con un’altra testa. E credo che la gara di oggi possa servire da stimolo per far bene sabato”.