Arrigoni: “Ho pensato soltanto a spingere come un matto”. Cerentin: “Ci tenevo a chiudere bene”. Manzoni: “E’ la mia rivincita”

02 Settembre 2015

La prima giornata dei Mondiali di Tambre regala tre medaglie alla squadra capitanata da Armando Calvetti e consente alla nazionale italiana di toccare quota 94 nella storia della disciplina dalla prima edizione datata 1983 e ospitata nella località australiana di Jaamberoo. Mattia Arrigoni, 182 centimetri per 99 kg di potenza, ha realizzato l’impresa con una prestazione che rimarrà a lungo nella memoria degli appassionati. “Il supergigante è sicuramente la mia disciplina preferita – racconta il ventottenne di Moggio, in provincia di Lecco -, ma mai avrei pensato di vincere. Ho pensato solamente a spingere come un matto”.

La sua è una storia da raccontare, essendo arrivato allo sci d’erba dallo sci alpino solamente da poche stagioni. “Cominciai a 4 anni con lo Sci Club Moggio, poi mi tesserai per lo Sci Club Introbio col quale feci un terzo posto al secondo anno ragazzi in supergigante. Purtroppo sono stato costretto ad abbandonare l’agonismo poco dopo i vent’anni, quando ho cominciato a fare l’allenatore presso il Valsassina Ski Team. Adesso che mi sono sgombrato la mente da questa gara che sentivo particolarmente, penserò a correre senza responsabilità nelle prossime giornate. Festeggeremo soltanto alla fine dei Mondiali, dedico questo oro alla mia famiglia che ha sempre creduto in me”.

Fausto Cerentin raggiunge quota 11 medaglie nella sua infinita carriera proprio nelle ultime gare da atleta. “E’ il modo giusto per chiudere questo gioco a cui ho partecipato per vent’anni – racconta sorridendo -. Non ho alcun rimpianto, penso di avere raccolto molto e di avere dato altrettanto. Mi rimarranno ricordi bellissimi, oggi il tracciato favoriva i concorrenti che erano pesanti e riuscivano a portare via velocità, ne ho subito approfittato”.

Chiude Antonella Manzoni, bronzo fra le donne a 35 anni. “Dopo un’inizio stagione molto tribolato a causa degli infortuni che mi hanno costretto a gareggiare soltanto in luglio, sono riuscita a ottimizzare le forse nella giornata giusta. Il supergigante è la mia disciplina preferita, continuerò a correre fino a quando potrò vivere emozioni così importanti”.

Arrigoni: “Ho pensato soltanto a spingere come un matto”. Cerentin: “Ci tenevo a chiudere bene”. Manzoni: “E’ la mia rivincita”

02 Settembre 2015

La prima giornata dei Mondiali di Tambre regala tre medaglie alla squadra capitanata da Armando Calvetti e consente alla nazionale italiana di toccare quota 94 nella storia della disciplina dalla prima edizione datata 1983 e ospitata nella località australiana di Jaamberoo. Mattia Arrigoni, 182 centimetri per 99 kg di potenza, ha realizzato l’impresa con una prestazione che rimarrà a lungo nella memoria degli appassionati. “Il supergigante è sicuramente la mia disciplina preferita – racconta il ventottenne di Moggio, in provincia di Lecco -, ma mai avrei pensato di vincere. Ho pensato solamente a spingere come un matto”.

La sua è una storia da raccontare, essendo arrivato allo sci d’erba dallo sci alpino solamente da poche stagioni. “Cominciai a 4 anni con lo Sci Club Moggio, poi mi tesserai per lo Sci Club Introbio col quale feci un terzo posto al secondo anno ragazzi in supergigante. Purtroppo sono stato costretto ad abbandonare l’agonismo poco dopo i vent’anni, quando ho cominciato a fare l’allenatore presso il Valsassina Ski Team. Adesso che mi sono sgombrato la mente da questa gara che sentivo particolarmente, penserò a correre senza responsabilità nelle prossime giornate. Festeggeremo soltanto alla fine dei Mondiali, dedico questo oro alla mia famiglia che ha sempre creduto in me”.

Fausto Cerentin raggiunge quota 11 medaglie nella sua infinita carriera proprio nelle ultime gare da atleta. “E’ il modo giusto per chiudere questo gioco a cui ho partecipato per vent’anni – racconta sorridendo -. Non ho alcun rimpianto, penso di avere raccolto molto e di avere dato altrettanto. Mi rimarranno ricordi bellissimi, oggi il tracciato favoriva i concorrenti che erano pesanti e riuscivano a portare via velocità, ne ho subito approfittato”.

Chiude Antonella Manzoni, bronzo fra le donne a 35 anni. “Dopo un’inizio stagione molto tribolato a causa degli infortuni che mi hanno costretto a gareggiare soltanto in luglio, sono riuscita a ottimizzare le forse nella giornata giusta. Il supergigante è la mia disciplina preferita, continuerò a correre fino a quando potrò vivere emozioni così importanti”.