Della Mea: “A Zagabria sarà difficile confermarsi”. Gulli: “Pensavo di riposare qualche giorno…”. Rossetti: “Dall’atletica allo sci, un bel salto”

04 Gennaio 2019

Quinto slalom della stagione di Coppa del mondo femminile dopo Levi, Killington, Courchevel e Semmering, stavolta è il turno della collina di Sljeme, alle porte di Zagabria, dove sabato va in scena la prima manche alle ore 13 e la seconda alle ore 16 (diretta tv Raisport ed Eurosport). Al via cinque azzurre: accanto alle veterane Irene Curtoni e Chiara Costazza saranno presenti tre ragazze del gruppo di Coppa Europa, si tratta di Lara Della Mea, Marta Rossetti e Anita Gulli, i precedenti parlano di un secondo posto con Nicole Gius nel 2009 e un terzo con Manuela Moelgg nel 2011.  

Della Mea proprio a Semmering ha conquistato il primo piazzamento nelle trenta in Coppa del mondo e grazie al suo sedicesimo posto, ha permesso al gruppo allenato da Luca Liore di assicurare un ulteriore posto all’Italia nelle prossime uscite. La friulana ha archiviato la bella prestazione austriaca e guarda avanti. “E’ stata una grandissima emozione qualificarmi per la seconda manche, ero davvero felice perché mi è piaciuto come ho sciato, con il giusto atteggiamento, era come se fossi in allenamento. Spero di continuare così, ho visto la gara, mi piace tantissimo e preparata bene. È sempre difficile da dietro infilarsi nelle trenta, tuttavia sono molto positiva e fiduciosa di continuare a sciare bene perché il difficile arriva adesso”.    

Anita Gulli, ventenne piemontese di Torino, entrata da poco nel Centro Sportivo Esercito dopo essere cresciuta nello Sci Club Lancia a Bardonecchia. Mamma Laura è veterinaria, papà Alberto lavora in un’associazione culturale e ha una sorella, Emma, di due anni più grande che studia chimica a Torino. “Ho cominciato a sciare all’età di 3 anni sulle montagne torinesi – racconta -, a livello giovanile sono salita sul podio nei Campionati Italiani Children un paio di volte fra gigante e combinata. In slalom ho ancora una sciata un po’ discontinua, forse perché sono molto aggressiva, devo trovare omogeneità. Mi sento decisamente slalomista, ho perso l’intera scorsa stagione perché mi sono rotta il legamento crociato del ginocchio sinistro, mentre quattro anni fa mi ruppi quello destro. Fare la ricognizione stamattina in pista insieme a campionesse del calibro di Mikaela Shiffrin mi ha fatto un po’ senso, però il mio idolo è stata Tina Maze. Quando ho ricevuto la chiamata di Heini Pfitscher (allenatore responsabile delle discipline tecniche di Coppa Europa) non volevo crederci, ero tornata a casa da pochi minuti e sono immediatamente ripartita per Zagabria, avevo in programma una settimana di stacco e me la stavo già pregustando, ne faccio volentieri a meno. Mi piace coltivare le amicizie, possiedo due gatti che si chiamano Maki e Trilli, non ho il fidanzato perché non ho tempo in questo periodo per queste cose. Dallo slalom di Zagabria mi aspetto un arricchimento della mia esperienza da atleta, la pista qui è molto lunga e dura, solo a guardarla ti rendi conto che è di un altro livello.

Marta Rossetti, diciannovenne di Desenzano del Garda (Bs), è tesserata per le Fiamme Oro ed è cresciuta nell’Agonistica Campiglio. Negli ultimi due anni si è laureata campionessa italiana aspiranti e poi giovani in slalom, i suoi primi tifosi sono papà Ugo e mamma Roberta e anche la sorella Vittoria (più grande di sette anni) è fra le più grandi fans. Studia Economia e gestione aziendale all’università di Brescia, anche se per sua stessa ammissione non ha molto tempo da dedicare ai libri. “Mi è sempre piaciuto fare gigante ma curiosamente sono sempre stata più brava in slalom – racconta -. Più che il pendio a Zagabria mi hanno colpito le condizioni della neve, ma è normale perché scalando il livello verso l’alto, tutto diventa più difficile. La mia più grande capacità? Adattarmi a qualsiasi tipo di neve, anche se sui tracciati filanti faccio ancora troppa strada. Se non avessi fatto la sciatrice probabilmente avrei scelto l’atletica leggera: da ragazza mi cimentavo nelle prove multiple e mi piaceva tantissimo, però allenandomi solo d’estate ho dovuto mollare e mi sono focalizzata solamente sullo sci”.

Della Mea: “A Zagabria sarà difficile confermarsi”. Gulli: “Pensavo di riposare qualche giorno…”. Rossetti: “Dall’atletica allo sci, un bel salto”

04 Gennaio 2019

Quinto slalom della stagione di Coppa del mondo femminile dopo Levi, Killington, Courchevel e Semmering, stavolta è il turno della collina di Sljeme, alle porte di Zagabria, dove sabato va in scena la prima manche alle ore 13 e la seconda alle ore 16 (diretta tv Raisport ed Eurosport). Al via cinque azzurre: accanto alle veterane Irene Curtoni e Chiara Costazza saranno presenti tre ragazze del gruppo di Coppa Europa, si tratta di Lara Della Mea, Marta Rossetti e Anita Gulli, i precedenti parlano di un secondo posto con Nicole Gius nel 2009 e un terzo con Manuela Moelgg nel 2011.  

Della Mea proprio a Semmering ha conquistato il primo piazzamento nelle trenta in Coppa del mondo e grazie al suo sedicesimo posto, ha permesso al gruppo allenato da Luca Liore di assicurare un ulteriore posto all’Italia nelle prossime uscite. La friulana ha archiviato la bella prestazione austriaca e guarda avanti. “E’ stata una grandissima emozione qualificarmi per la seconda manche, ero davvero felice perché mi è piaciuto come ho sciato, con il giusto atteggiamento, era come se fossi in allenamento. Spero di continuare così, ho visto la gara, mi piace tantissimo e preparata bene. È sempre difficile da dietro infilarsi nelle trenta, tuttavia sono molto positiva e fiduciosa di continuare a sciare bene perché il difficile arriva adesso”.    

Anita Gulli, ventenne piemontese di Torino, entrata da poco nel Centro Sportivo Esercito dopo essere cresciuta nello Sci Club Lancia a Bardonecchia. Mamma Laura è veterinaria, papà Alberto lavora in un’associazione culturale e ha una sorella, Emma, di due anni più grande che studia chimica a Torino. “Ho cominciato a sciare all’età di 3 anni sulle montagne torinesi – racconta -, a livello giovanile sono salita sul podio nei Campionati Italiani Children un paio di volte fra gigante e combinata. In slalom ho ancora una sciata un po’ discontinua, forse perché sono molto aggressiva, devo trovare omogeneità. Mi sento decisamente slalomista, ho perso l’intera scorsa stagione perché mi sono rotta il legamento crociato del ginocchio sinistro, mentre quattro anni fa mi ruppi quello destro. Fare la ricognizione stamattina in pista insieme a campionesse del calibro di Mikaela Shiffrin mi ha fatto un po’ senso, però il mio idolo è stata Tina Maze. Quando ho ricevuto la chiamata di Heini Pfitscher (allenatore responsabile delle discipline tecniche di Coppa Europa) non volevo crederci, ero tornata a casa da pochi minuti e sono immediatamente ripartita per Zagabria, avevo in programma una settimana di stacco e me la stavo già pregustando, ne faccio volentieri a meno. Mi piace coltivare le amicizie, possiedo due gatti che si chiamano Maki e Trilli, non ho il fidanzato perché non ho tempo in questo periodo per queste cose. Dallo slalom di Zagabria mi aspetto un arricchimento della mia esperienza da atleta, la pista qui è molto lunga e dura, solo a guardarla ti rendi conto che è di un altro livello.

Marta Rossetti, diciannovenne di Desenzano del Garda (Bs), è tesserata per le Fiamme Oro ed è cresciuta nell’Agonistica Campiglio. Negli ultimi due anni si è laureata campionessa italiana aspiranti e poi giovani in slalom, i suoi primi tifosi sono papà Ugo e mamma Roberta e anche la sorella Vittoria (più grande di sette anni) è fra le più grandi fans. Studia Economia e gestione aziendale all’università di Brescia, anche se per sua stessa ammissione non ha molto tempo da dedicare ai libri. “Mi è sempre piaciuto fare gigante ma curiosamente sono sempre stata più brava in slalom – racconta -. Più che il pendio a Zagabria mi hanno colpito le condizioni della neve, ma è normale perché scalando il livello verso l’alto, tutto diventa più difficile. La mia più grande capacità? Adattarmi a qualsiasi tipo di neve, anche se sui tracciati filanti faccio ancora troppa strada. Se non avessi fatto la sciatrice probabilmente avrei scelto l’atletica leggera: da ragazza mi cimentavo nelle prove multiple e mi piaceva tantissimo, però allenandomi solo d’estate ho dovuto mollare e mi sono focalizzata solamente sullo sci”.