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Razzoli festeggiato in Val di Fassa: ‘Ora sotto con Garmisch’
«La Val di Fassa è la mia seconda casa». Ha esordito così lunedì sera nel parterre della pista Alloch il campione olimpico di slalom speciale Giuliano Razzoli, festeggiato per l’occasione da tutta la comunità fassana e dallo staff di “Piste Azzurre”, ossia il progetto che dal 2006 fino a tutta la stagione 2010 ha permesso agli atleti della squadra italiana di sci alpino di potersi allenare sulle piste della Val di Fassa, assurta a base di allenamento invernale della Fisi.
Giuliano Razzoli è stato salutato dalla gente della valle ladina trentina e da tanti turisti accorsi a caccia dell’autografo, in una suggestiva coreografia creata dalla società Buffaure e dalla Scuola di sci Vajolet di Pozza e Vigo di Fassa che ha animato la pista Alloch con una serie di discese spiegando le tecniche dello sci e con una fiaccolata conclusiva.
Il momento clou della serata è arrivato quando a Giuliano Razzoli il presidente dell’Azienda per il Turismo Val di Fassa Riccardo Franceschetti e il direttore Andrea Weiss, hanno consegnato un quadro in legno realizzato dallo scultore Vigilio Jellico di Moena. Un caloroso ringraziamento al campione emiliano è poi giunto anche dal vicesindaco di Pozza Quirino Zulian e dal consigliere della Federazione Italiana Sport Invernali Anastasia Cigolla.
Giuliano Razzoli fino a mercoledì è in Val di Fassa assieme agli altri azzurri che si sono guadagnati la convocazione per le finali di Coppa del Mondo di Garmisch, che iniziano proprio mercoledì con la discesa libera. Con lui Manfred Mölgg, Davide Simoncelli, Alexander Ploner, Michael Gufler, Peter Fill ed Alberto Schieppati che in varie sedute hanno affinato la propria tecnica sulle piste di Pozza di Fassa, dell’Alpe di Lusia e di Passo San Pellegrino.
«Dopo i miei Appennini – ha raccontato Razzoli – amo in particolar modo la Val di Fassa. Una valle stupenda dove mi sono sempre trovato bene anche perché da quattro anni ci alleniamo con costanza durante il periodo invernale. E poi c’è la pista Alloch, croce e delizia, dove l’anno scorso ho centrato un podio in Coppa Europa, anche se in tante partecipazione potevo raccogliere di più. Purtroppo ho sempre alternato una manche buona ad una meno incisiva».
Tornando al momento più importante della sua carriera, Razzoli confidava di potercela fare: «Dopo la vittoria in Coppa del Mondo a Zagabria – ha continuato il 25enne di Villa Minozzo – ho dimostrato che potevo giocarmela con tutti. Sono arrivato a Vancouver in ottima forma e con convinzione dei miei mezzi. Ho fatto una grande prima manche e nella seconda sono riuscito ad amministrare il vantaggio».
Quando nella seconda frazione avevi sentito della grande prestazione di Kostelic hai temuto di non farcela? «Non ci ho fatto caso. Ero talmente concentrato sulla mia prova che tutto quello che mi circondava non riuscivo a metabolizzarlo. Fra l’altro ero anche un po’ stanco perché erano passate 4 ore fra le due manche. Ho solamente cercato di memorizzare il tracciato dopo la ricognizione. Ed è andata bene. Una gioia fantastica».
Ed ora ci sono le finali di Coppa del Mondo di Garmisch. Non è che i troppi festeggiamenti ti hanno fatto perdere la concentrazione? «Anzi mi hanno dato una carica ulteriore. Mi sto allenando bene in questi giorni qui in Val di Fassa e mi piacerebbe tanto chiudere la stagione con una vittoria a Garmisch, e poi vincere il titolo italiano di slalom, campionati che si svolgono fra Passo San Pellegrino e Falcade».
Razzoli festeggiato in Val di Fassa: ‘Ora sotto con Garmisch’
«La Val di Fassa è la mia seconda casa». Ha esordito così lunedì sera nel parterre della pista Alloch il campione olimpico di slalom speciale Giuliano Razzoli, festeggiato per l’occasione da tutta la comunità fassana e dallo staff di “Piste Azzurre”, ossia il progetto che dal 2006 fino a tutta la stagione 2010 ha permesso agli atleti della squadra italiana di sci alpino di potersi allenare sulle piste della Val di Fassa, assurta a base di allenamento invernale della Fisi.
Giuliano Razzoli è stato salutato dalla gente della valle ladina trentina e da tanti turisti accorsi a caccia dell’autografo, in una suggestiva coreografia creata dalla società Buffaure e dalla Scuola di sci Vajolet di Pozza e Vigo di Fassa che ha animato la pista Alloch con una serie di discese spiegando le tecniche dello sci e con una fiaccolata conclusiva.
Il momento clou della serata è arrivato quando a Giuliano Razzoli il presidente dell’Azienda per il Turismo Val di Fassa Riccardo Franceschetti e il direttore Andrea Weiss, hanno consegnato un quadro in legno realizzato dallo scultore Vigilio Jellico di Moena. Un caloroso ringraziamento al campione emiliano è poi giunto anche dal vicesindaco di Pozza Quirino Zulian e dal consigliere della Federazione Italiana Sport Invernali Anastasia Cigolla.
Giuliano Razzoli fino a mercoledì è in Val di Fassa assieme agli altri azzurri che si sono guadagnati la convocazione per le finali di Coppa del Mondo di Garmisch, che iniziano proprio mercoledì con la discesa libera. Con lui Manfred Mölgg, Davide Simoncelli, Alexander Ploner, Michael Gufler, Peter Fill ed Alberto Schieppati che in varie sedute hanno affinato la propria tecnica sulle piste di Pozza di Fassa, dell’Alpe di Lusia e di Passo San Pellegrino.
«Dopo i miei Appennini – ha raccontato Razzoli – amo in particolar modo la Val di Fassa. Una valle stupenda dove mi sono sempre trovato bene anche perché da quattro anni ci alleniamo con costanza durante il periodo invernale. E poi c’è la pista Alloch, croce e delizia, dove l’anno scorso ho centrato un podio in Coppa Europa, anche se in tante partecipazione potevo raccogliere di più. Purtroppo ho sempre alternato una manche buona ad una meno incisiva».
Tornando al momento più importante della sua carriera, Razzoli confidava di potercela fare: «Dopo la vittoria in Coppa del Mondo a Zagabria – ha continuato il 25enne di Villa Minozzo – ho dimostrato che potevo giocarmela con tutti. Sono arrivato a Vancouver in ottima forma e con convinzione dei miei mezzi. Ho fatto una grande prima manche e nella seconda sono riuscito ad amministrare il vantaggio».
Quando nella seconda frazione avevi sentito della grande prestazione di Kostelic hai temuto di non farcela? «Non ci ho fatto caso. Ero talmente concentrato sulla mia prova che tutto quello che mi circondava non riuscivo a metabolizzarlo. Fra l’altro ero anche un po’ stanco perché erano passate 4 ore fra le due manche. Ho solamente cercato di memorizzare il tracciato dopo la ricognizione. Ed è andata bene. Una gioia fantastica».
Ed ora ci sono le finali di Coppa del Mondo di Garmisch. Non è che i troppi festeggiamenti ti hanno fatto perdere la concentrazione? «Anzi mi hanno dato una carica ulteriore. Mi sto allenando bene in questi giorni qui in Val di Fassa e mi piacerebbe tanto chiudere la stagione con una vittoria a Garmisch, e poi vincere il titolo italiano di slalom, campionati che si svolgono fra Passo San Pellegrino e Falcade».