Goggia e la discesa ai Mondiali di Are: “Mi guiderà l’istinto, bisognerà sciare bene dall’inizio alla fine”. Partirà per quinta subito dopo la Fanchini

09 Febbraio 2019

Sofia Goggia ci prova ancora. È la campionessa olimpica in carica di discesa, è reduce dall’argento mondiale in superG e nella rassegna iridata, dove martedì ha conquistato la sua seconda medaglia in carriera, le manca un solo metallo, l’oro. Domenica 10 febbraio alle ore 12.30 (diretta tv Rai 2, Raisport ed Eurosport) andrà a caccia del grande risultato. Con lei, in gara, ci saranno anche altre tre italiane: la prima nella start list è Nadia Fanchini con il 4, poi toccherà proprio alla bergamasca con il 5, infine Nicol Delago partirà per ottava e Francesca Marsaglia per 26esima.

“Anche l’anno scorso in Corea c’erano state tre prove e le avevo gestite molto bene – ha spiegato Sofia Goggia alla vigilia -. Ero sempre abbastanza veloce, a parte la terza, dove avevo deciso di rallentare totalmente provando soltanto le due curve che non mi erano venute. Qui a dire il vero non sono mai stata così veloce, ma non ho mai sciato nella modalità da gara. Conosco benissimo i punti chiave del tracciato e quindi domenica libera interpretazione con l’istinto da gara. E quello penso mi venga solo in gara, anche perché come ho sciato l’altro giorno in superG, in allenamento non ho mai sciato. E neanche nel superG di Garmisch avevo quella scioltezza”.

“Non è una discesa dove magari fai un passaggio rischioso e se lo fai bene vinci, altrimenti perdi. È da fare tutta bene, è da sciare bene da quando esci dal cancelletto fino al traguardo. Abbiamo studiato tutte le linee, non è una discesa dove devi stare su quella linea esatta, ciò che conta è la lucidità con cui si vivono e si creano le curve. Non è mai il mezzo metro in più in quota, è la presenza con cui scii che fa la differenza”.  

“Alle Olimpiadi sono state gare molto strane. Tutti dicono che si arriva sempre con tanta pressione, invece per me sono state le gare più serene della mia vita, perché arrivare al cancelletto e vedere i cerchi olimpici sui teli delle porte è stata una grande gioia, anche se poi in superG avevo sciato fortissimo e poi ho sbagliato. Ma ciò che avevo trovato in superG è stato quello che mi ha fatto vincere in discesa, perché avevo ritrovato una grande Sofia sugli sci”.

Goggia e la discesa ai Mondiali di Are: “Mi guiderà l’istinto, bisognerà sciare bene dall’inizio alla fine”. Partirà per quinta subito dopo la Fanchini

09 Febbraio 2019

Sofia Goggia ci prova ancora. È la campionessa olimpica in carica di discesa, è reduce dall’argento mondiale in superG e nella rassegna iridata, dove martedì ha conquistato la sua seconda medaglia in carriera, le manca un solo metallo, l’oro. Domenica 10 febbraio alle ore 12.30 (diretta tv Rai 2, Raisport ed Eurosport) andrà a caccia del grande risultato. Con lei, in gara, ci saranno anche altre tre italiane: la prima nella start list è Nadia Fanchini con il 4, poi toccherà proprio alla bergamasca con il 5, infine Nicol Delago partirà per ottava e Francesca Marsaglia per 26esima.

“Anche l’anno scorso in Corea c’erano state tre prove e le avevo gestite molto bene – ha spiegato Sofia Goggia alla vigilia -. Ero sempre abbastanza veloce, a parte la terza, dove avevo deciso di rallentare totalmente provando soltanto le due curve che non mi erano venute. Qui a dire il vero non sono mai stata così veloce, ma non ho mai sciato nella modalità da gara. Conosco benissimo i punti chiave del tracciato e quindi domenica libera interpretazione con l’istinto da gara. E quello penso mi venga solo in gara, anche perché come ho sciato l’altro giorno in superG, in allenamento non ho mai sciato. E neanche nel superG di Garmisch avevo quella scioltezza”.

“Non è una discesa dove magari fai un passaggio rischioso e se lo fai bene vinci, altrimenti perdi. È da fare tutta bene, è da sciare bene da quando esci dal cancelletto fino al traguardo. Abbiamo studiato tutte le linee, non è una discesa dove devi stare su quella linea esatta, ciò che conta è la lucidità con cui si vivono e si creano le curve. Non è mai il mezzo metro in più in quota, è la presenza con cui scii che fa la differenza”.  

“Alle Olimpiadi sono state gare molto strane. Tutti dicono che si arriva sempre con tanta pressione, invece per me sono state le gare più serene della mia vita, perché arrivare al cancelletto e vedere i cerchi olimpici sui teli delle porte è stata una grande gioia, anche se poi in superG avevo sciato fortissimo e poi ho sbagliato. Ma ciò che avevo trovato in superG è stato quello che mi ha fatto vincere in discesa, perché avevo ritrovato una grande Sofia sugli sci”.